Morte d'estate

In una calda, torrida estate della campagna dell'Essex, la morte improvvisa di Letitia Davenant ha la forza di avvicinare mondi che sembravano inconciliabili, divisi come sono dai sentimenti (o meglio dal vuoto di sentimenti, dall'aridità d'animo) e dalle incomprensioni. Thaddeus, che ha sposato Letitia soprattutto per denaro e si è sforzato invano di amarla, è costretto dalle circostanze ad avvicinarsi alla suocera, la signora Iveson, per la quale ha sempre nutrito, ricambiato, sentimenti di muta, rispettosa ostilità. Con il suo aiuto cerca una bambinaia per la figlia Georgina, ma non trovandone una adatta accetta l'offerta della suocera di trasferirsi da lui, nella bella Quincunx House, e di prendersi cura personalmente della piccola. Ma già si profila una nuova minaccia per il precario equilibrio raggiunto: una delle bambinaie rifiutata, la giovane Pettie (una di quelle immagini dell'emarginazione e della sconfitta che Trevor predilige), cresciuta in un sinistro orfanotrofio e assetata d'amore, si invaghisce di Thaddeus, e il suo amore-ossessione la induce ad architettare un piano per prendere il posto della signora Iveson a Quincunx House. A questo punto la vicenda, che nel frattempo si arricchisce di altre figure - minori ma altrettanto intense - e verrà segnata da altre due morti, vira verso il giallo. Tuttavia Trevor non cessa di sondare i personaggi e il loro dolore passato e presente, registarndolo con la mano delicata cui ci ha abituati: procedendo per allusioni, consegnandocelo con una battuta, con un gesto, un ricordo. E proprio qui emerge la maestria dell'autore, nella capacità di creare una tensione anche interiore, grazie alla partecipazione con cui vengono seguite vicende umane che sono insieme comuni e indimenticabili.