Il viaggio immobile
Tredici racconti che hanno come protagonisti personaggi sradicati e grotteschi ai margini dell'amore. Proprio questi magnifici miserabili costituiscono il centro narrativo di Vautrin: sia che si tratti del marito che, scientemente, entra nella nevrosi della moglie sterile e accetta di diventare padre di una bambola, sia che si tratti di una donna ormai vecchia che rivendica ancora il piacere sessuale o del bambino superdotato che lo rivendica già, sia infine che si tratti dell'amante appassionato che ammazza la sua compagna per poterla fotografare morta. Tutti questi personaggi sono terribili, spesso comici e sempre tragici. Tutti sono al limite delle loro risorse, sul bordo del precipizio. Vautrin è dolorosamente affascinato dalle persone in arrivo da o in cammino verso l'inferno, colte nel momento più vicino all'esplosione, in cui tutto vacilla, tutto è possibile. "Diffido dei momenti di calma", ci spiega l'autore. "La felicità serve solo a rassicurare, il che significa arrestarsi, divenire un'istituzione. Solo l'inquietudine, lo stare sul chi vive garantiscono l'attenzione, quindi la creazione".