Il mio nome era Dora Suarez
Dora Suarez era perduta. Troppo bella per essere la donna di qualcuno, una puttana, un corpo malato e un'anima stanchissima: voleva morire; ma neppure lei si aspettava di finire dilaniata a colpi d'ascia, le sue membra sparpagliate e oltraggiate. E per il sergente che conduce l'indagine questo non può essere un caso come gli altri. Leggere il diario lasciato dalla donna, indagare fra le poche tracce della sua vita, significherà per il sergente confrontarsi con l'idea di un'innocenza violata, di una bellezza che non ha trovato protezione, di un equilibrio che non può essere ristabilito. Di un male radicale che irrompe ormai nel mondo, senza più argini.
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