I fasti sacri
Il poema "I fasti sacri" risale agli anni della produzione giovanile di Sforza Pallavicino: prova poetica acerba, rimasta incompiuta e inedita, suscita particolare interesse per una più approfondita comprensione del classicismo della Roma barberiniana. L'autore, giovane prelato impegnato nella curia e con incarichi di governo durante il papato di Urbano VIII, compose il testo anche grazie all'impulso dello stesso pontefice, allo scopo di rispondere in chiave cristiana al modello pagano dei "Fasti" di Ovidio. Le ottave del poema ripercorrono il calendario liturgico attraverso il racconto delle vicende dei principali santi e martiri di ogni mese, sulla scorta del Martyrologium Romanum. L'edizione del testo, ricostruita sulla base dei testimoni manoscritti e di rare e mutile bozze di stampa, è accompagnata da un apparato filologico che rende conto delle diverse correzioni apportate dall'autore e da un ampio commento, che intende mettere in evidenza i riferimenti alla tradizione letteraria (classica e volgare) e alle fonti agiografiche presenti nel testo.
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