Lettura critica di la Prise de Constantinople di Jean Ricardou. Ediz. multilingue
Jean Ricardou, più di tutti i suoi compagni di avventura è lo scrittore e teorico che meglio interpreta la via di quello che viene presentato come il Nouveau Roman, denominazione inventata da Emile Henriot ne "Le Monde" del 22 maggio 1957. Egli rivela una piena coscienza delle questioni millenarie della scrittura. Studioso di Marcel Proust e di Gustave Flaubert, due giganti del romanzo francese e universale, ma anche di Alain Robbe-Grillet e Claude Simon, Jean Ricardou, sin dal 1967, con il suo libro "Problèmes du Nouveau Roman", si pone al centro del dibattito, con un rigore esemplare di creatore e lettore in fabula. Solo due anni prima delle sue proposte teoriche, nel 1965, egli pubblica il romanzo oggetto di questo bel libro, "La prise de Constantinople". E lo svelamento centrale della fine di una "écriture d'une aventure", per una "aventure de l'écriture". Jean Ricardou non abbandonerà mai più questa sua doppia anima unitaria: testo e teoria, teoria e testo, riuscendo ad armonizzare lettore e autore.
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