Mythoscopia romantica
"Chi legge romanzi legge menzogne": sul finire del '600 questa era l'opinione corrente tra gli avversari del romanzo, genere letterario dalla genealogia incerta, trascurato dalle poetiche classiche, ritenuto dannoso e irriverente. Per un centinaio di anni si lotta per affermare la legittimità e per riconoscere la doppia funzione di utilità e diletto, attraverso la dimostrazione, spesso rivolta al lettore stesso, che il 'vero' può fiorire anche dalla funzione artistica - graduale tentativo del romanzo di sostituirsi alla storia nell'ammaestrare alla vita. Una scelta di brani -in originale con traduzione italiana a fronte - esemplifica questo attento esame della discussione critica (agguerrita e perfino mordente) e della riflessione teorica dell'epoca, percorse di sovente dalla coscienza che chi attraversa un romanzo partecipa fittiziamente, per il tempo della lettura almeno, delle sue felicità .
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