Il ragazzo che amava Jack London
Essere adolescente già non è facile, ma esserlo a Milano, nel 1943, diventa una sfida che sarebbe meglio non dover affrontare inermi. Guido si arma della musica di Wagner, ma soprattutto della scrittura e delle idee di Jack London: per un adolescente, anche in tempo di guerra, non c'è spazio per le note stonate di un mitra. Franco Giarda è nato a Milano nel dicembre del 1927. Ha cominciato a lavorare a quattordici anni come fattorino in una fabbrica di copertoni, studiando di sera. Negli anni Cinquanta ha sposato Aurelia ("Con la quale vivo tutt'ora, tra amore e baruffe, che è il miglior modo per essere felici", dice) e insieme a lei, negli anni Settanta, aprì un laboratorio di cravatte. Proprio grazie alle sue cravatte in seta - o meglio, ai suoi papillon - conobbe Mario Soldati, che tra una chiacchierata e un caffè finì per leggere e apprezzare la prima stesura - ancora in forma di racconto - de "Il ragazzo che amava Jack London," libro che ha impiegato alcuni anni per arrivare alla sua odierna versione definitiva. Nel frattempo ha pubblicato quattro romanzi ("Il viaggio di Chopin" e "La spia di Parigi", con Camunia; "La lettera scritta con la mano sinistra", con Giunti; "Lungo viaggio verso la casa di bambù", con Aragno) accompagnato dalla costante fiducia di Raffaele Crovi.
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