A la fineestra
"Lanzoni è poeta vero, e come tale non può essere rinchiuso nei recinti sempre un poco sospetti o minati della pregiudiziale 'diminutio' che accompagna gli esiti dei dialettali. Mentre ha ragione di ritenere che questi testi resteranno tra i migliori pubblicati in Italia negli ultimi decenni. La lingua della sua poesia non forza mai il dialetto col ricorso a tecnicismi di laboratorio o con l'uso di certi alchemici processi verbali. Glielo impedisce l'amore concreto per le cose della sua amatissima terra e per le acque, conosciute come le vene stesse del sangue." (Dalla prefazione).
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