Ma il cielo è proprio bello, però. Laboratorio di scrittura alla Casa circondariale di Bologna
"... tutti i partecipanti a questo laboratorio avevano in comune una caratteristica particolare: erano detenuti nel carcere di Bologna ... I partecipanti al laboratorio erano quindi persone che sono state private della loro libertà. Perché i muri e le sbarre isolano chi è imprigionato dagli altri, all'esterno, e perché la mancanza di libertà obbliga, per forza di cose, a un esercizio di immaginazione. Fantasia e necessità di comunicazione: due aspetti che convivono nell'esercizio della scrittura. Storie tristi, avvincenti, allegre, fantastiche, ma quasi mai in pagine di denuncia o in resoconti di dolorose esperienze personali. Si tratta, al contrario di vicende immaginate e quasi sempre condite con una buona dose di ironia..." (G. Rigosi)
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