L'isola dei sogni perduti
Attraverso ventiquattro racconti brevi, Weiss si muove in uno spazio enigmatico nel quale non si sa bene se siano i suoi personaggi a parlare o la stessa impalcatura del linguaggio a farli camminare, vivere, respirare; a tenerli diritti, in piedi. La brevità è quella stessa del respiro, o meglio, della respirazione, con la sua ascesa vertiginosa e la relativa picchiata nel volgere dell'arco. I racconti sono brevi ma cruciali episodi nella vita di personaggi impegnati in una specie di "viaggio urbano"; essi appaiono sempre sradicati quindi soli e tutti alle prese con gli ostacoli della cosiddetta vita moderna; ma anche a volte pazzamente euforici di quella felicità unica resa dallo sradicamento, dall'essere nudi di fronte al destino.
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