L'occhio di Osiride
Appena rientrato a Londra da Parigi, John Bellingham, noto egittologo inglese, lascia la valigia al deposito bagagli della stazione di Charing Cross e si reca a casa del cugino George Hurst, dove viene informato che questi è fuori e non sarà di ritorno prima di mezz'ora. Nell'attesa, il professore si accomoda nello studio e scrive un paio di lettere, ma quando il padrone di casa rientra non trova anima viva. La cameriera, che per tutto il tempo era rimasta in una stanza da dove poteva controllare le porte, giura che nessuno è uscito di casa. Eppure il cugino è scomparso. Turbato, Hurst si reca con Arthur Jellicoe, il legale di fiducia di John, da Godfrey, il fratello di quest'ultimo. L'uomo ascolta con grande stupore il racconto, ma non può essere di alcun aiuto in quanto non vede e non sente il fratello da giorni. Tuttavia, nel giardino di casa di Godfrey, seminascosto nell'erba, viene trovato un prezioso scarabeo della XIII dinastia egizia che John teneva appeso alla catena dell'orologio e dal quale non si separava mai: un vero mistero. Toccherà a John Thorndyke, il grande "investigatore scientifico" creato dalla penna di Richard Austin Freeman, trovare la soluzione in questo celebre romanzo del 1911, inserito nella lista delle pietre miliari del giallo compilata da Howard Haycraft ed Ellery Queen.