La rappresentanza mite. Le seconde camere e il futuro della democrazia parlamentare
Nell'età del declino della "rappresentanza", il diritto pubblico occidentale si trova di fronte alla necessità di ritornare ai propri fondamenti e ricorrere alla memoria storica. Le seconde Camere, secondo l'autore, non appartengono al passato, ma al futuro del costituzionalismo occidentale. Oggi esse possono consentire strategie costituzionali indipendenti dalle rigide logiche dello Stato nazionale. Grazie ad esse è possibile salvare il ruolo (da molti considerato in crisi) dei Parlamenti, consentendo di dare voce ai nuovi diritti individuali e collettivi, che di volta in volta si rendono visibili, nonché a quei nuovi interessi sociali e culturali che, per effetto dei processi di globalizzazione, difficilmente possono essere inquadrati dentro il tradizionale schema rappresentativo-assembleare. L'analisi muove dalle origini del bicameralismo per approdare, ai giorni nostri, alla comparazione tra i vari sistemi bicamerali e al dibattito italiano sul "Senato delle Regioni". Tale analisi costituisce la trama intorno alla quale si articola una più generale riflessione critica sullo sviluppo e sulle prospettive del concetto occidentale di "rappresentanza", ovvero sulla possibilità, per la cultura giuridica europea del XXI secolo, di superare i paradigmi della sovranità e accogliere e rielaborare le "asimmetrie" territoriali, culturali, sociali e politiche del nostro tempo.
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