Lingua bene comune

Lingua bene comune

C'è un cambiamento del mondo che dipende dalla lingua che usiamo? In altre parole, è possibile riaprire una scommessa politica sulla lingua, nel mondo di oggi, che l'uso spregiudicato delle parole ci ha reso finto ed estraneo? Questo libro lo fa. E propone di guardare alla lingua come ad un bene comune, prezioso e insieme pericoloso, per la sua intrinseca politicità. Il libro è alla ricerca di strade che vadano oltre quelle individuate negli anni Sessanta e Settanta. È scritto da insegnanti, dalle elementari all'università, ogni giorno a confronto con ragazze e ragazzi che usano codici linguistici e culturali distanti da quelli delle generazioni precedenti. E torna a considerare la lingua come luogo di libertà sempre possibile che ci riguarda tutti e tutte, non solo nell'insegnamento e nella ricerca, ma, semplicemente, nella vita. In un mosaico diseguale delinea senza chiuderli i contorni della questione della lingua, per parlare a chi fa scuola e a tutte quelle situazioni e realtà che intendono la politica non tanto nei suoi aspetti istituzionali e partitici ma come cambiamento dei contesti in cui viviamo e operiamo.
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