11 novembre 2007. L'uccisione di Gabriele Sandri una giornata buia della Repubblica
L'11 Novembre 2007 l'Italia vive una delle pagine più nere della sua recente storia. Poco dopo le 9 del mattino, lungo l'autostrada Roma-Firenze il ventiselenne romano Gabriele Sandri viene ucciso da un colpo d'arma da fuoco esploso da Luigi Spaccarotella, agente della Polizia Stradale. Il reato è omicidio. Dopo un paio d'ore, si diffonde la notìzia della morte di un tifoso di calcio in seguito a scontri tra ultras di opposte fazioni. Seguono rettifiche: si parla anche di colpì di pistola sparati in aria da un poliziotto. In poche ore si genera il caos. I mass media si scatenano per coprire mediaticamente l'evento ed è un susseguirsi di dirette TV, dibattiti, edizioni speciali di TC e tavole rotonde. Il mondo del calcio va nel pallone insieme a quello della politica e delle istituzioni. Partite sospese, rinviate. E ben presto emergenza sociale. Ovunque scoppiano focolai di rivolta: scontri, violenze d'ogni genere, arresti, feriti, assalti alle caserme terminati solo nella notte. Per una giornata intera, l'Italia è una polveriera. Un giovane è stato ucciso, ma i mezzi comunicazione di massa non chiariscono né come, né per mano di chi.
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