Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole
L'unico che non ci ha fatto la predica è stato il cardinale Martini, mi dissero due dei miei figli che nell'agosto del 1993 parteciparono alla Giornata mondiale della gioventù di Denver (Stati Uniti). Ho ascoltato più volte il cardinale negli incontri con i giovani, e mi sono fatto l'idea che c'è un triplice segreto dietro la sua capacità di parlare alle nuove generazioni: si mette in loro, procede schiettamente, presenta il vangelo. Ragiona sulle difficoltà a credere che possono avere oggi i ragazzi di vent'anni facendole sue. Non guardandole dall'alto e parlando come parla chi già conosce le risposte. Non discute la crisi di fede dei contemporanei, ma chiede a se stesso come a uno dei contemporanei e cerca con loro e a loro nome la risposta. Sa correre dei rischi: il rischio di esporsi, di essere frainteso, di finire tutto accusa. Non presenta una sua dottrina, né segue un particolare metodo catechistico, ma propone il Vangelo. Per la Scrittura egli è vissuto, si può dire: per aiutare quanti gli erano affidati a leggerla e a viverla. (Luigi Accattoli)
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