San Salvatore-Santa Giulia a Brescia. Il monastero nella storia
Il monastero benedettino femminile di San Salvatore e Santa Giulia di Brescia ha assunto nel tempo, sia per le antiche e preziose testimonianze che conserva, sia per la recente valorizzazione a fini museali dei suoi ambienti, una valenza da protagonista nell'ambiente cittadino, travalicando peraltro questa dimensione per diventare un punto di riferimento esemplare di carattere più generale per la conservazione delle presenze architettoniche, per l'esposizione di preziosi oggetti d'arte, per le ricerche e gli studi compiuti. Il complesso monumentale si presenta come un ricco palinsesto di memorie storiche e artistiche: dalle emergenze archeologiche delle 'domus' romane agli edifici esistenti, agli apparati decorativi, alle suppellettili di eccezionale valore, che nel loro insieme fanno del monastero uno dei siti più suggestivi dell'Italia settentrionale. Ricostruirne le diverse fasi e le molteplici funzioni significa sottolinearne il ruolo imprescindibile svolto a livello cittadino e nel territorio e, almeno nei secoli dell'Alto Medioevo, il rilievo religioso, politico e culturale ricoperto a livello europeo. Ubicato nella zona nord-est di Brescia, su un'area ricca di testimonianze abitative di epoca romana, il monastero ha condizionato con le sue articolate strutture l'aspetto urbanistico della città. Fondato nel 753 da Desiderio e Ansa, ultimi sovrani Longobardi, conserva di quell'epoca la straordinaria basilica di San Salvatore, esistente in alzato con decorazioni in stucco, affreschi ed elementi scultorei. Anche le epoche successive hanno lasciato segni profondi e significativi delle sue trasformazioni: al periodo romanico risale la chiesa di Santa Maria in Solario, al rinnovamento e all'ampliamento quattro e cinquecentesco si deve l'assetto attuale, con i tre chiostri, il coro delle monache e la chiesa di Santa Giulia. Successivamente passato attraverso fasi alterne fino alla soppressione napoleonica, è stato riscattato dagli usi impropri a partire dalla fine dell'Ottocento con l'apertura del Museo Cristiano (1882), sino al suo recente e completo recupero a sede del Museo della città, inaugurato nel 1998. I vari e approfonditi saggi e la ricca sequenza di immagini, qui disposti secondo una scansione cronologica che ne sottolinea i momenti e gli aspetti salienti, mettono in risalto il significato, la molteplicità e la compenetrazione delle testimonianze tuttora conservate. Questo studio complessivo, che ripercorre le fasi dalla fondazione fino ai nostri giorni, si propone come il primo contributo organico alla comprensione del ruolo artistico e storico del convento bresciano.
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