Tribù dell'arte
Nel secondo dopoguerra le Neoavanguardie ripresero lo spirito di ricerca delle Avanguardie storiche, sperimentando nuove tecniche e materiali, ma con estremo realismo presero atto del contesto internazionale altamente trasformato dalla tecnologia. L¿arte divenne un prodotto linguistico di un laboratorio che solo metaforicamente rinviava all¿ansia di trasformazione del mondo che animava la strategia delle Avanguardie storiche. Eppure alcuni gruppi svilupparono, attraverso una poetica collettiva, ma con una produzione individuale di opere, comportamenti oggettivamente alternativi alla mentalità corrente e a un sistema dell¿arte globalizzato da un¿economia e da un circuito internazionale. Tali gruppi, per una forte tensione ideologica e morale, approdarono anche a forme linguistiche avanzate sul piano formale, tanto da influire sulla ricerca artistica con una fertilità di cui è possibile constatare gli effetti anche sulla produzione delle ultime generazioni. Questi gruppi hanno sviluppato volontariamente e involontariamente la strategia tipica delle tribù, comportamenti comuni per mentalità e sistema di vita poggianti appunto su una comune identità mai espropriatrice delle differenze individuali: gruppi di artisti e mai collettivi anonimi. Il volume intende rappresentare con un panorama di opere storiche e attuali, eventi e performance, una mappa della marginalità creativa, frutto della produzione artistica di queste tribù che non hanno mai perduto la coscienza specifica della ricerca e del senso dell¿autonomia dell¿arte. Le tribù sono: Lettrismo, Situazionismo, Gutai, Fluxus e Events, Happening, Mono-ha, Factory, Azionismo, Techne tribù, Capi Tribù senza Tribù. Concludono il volume una sezione dedicata alla video arte, trasversale, non legata specificamente a una o più tribù, e una sezione dedicata alle tribù storiche.
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