Ibra. Mattane e magie dell'antipatico che incanta
La sua era una lunga storia prima che nascesse, quella dei suoi genitori così diversi: la mamma croata di Zara, il padre bosniaco di etnia rom e musulmano. Ma è nato a Malmoe, Zlatan Ibrahimovic, nel quartiere di Rosengard destinato agli immigrati, pur essendo cittadino svedese a tutti gli effetti. Ha l'orgoglio di molte nazionalità, il coraggio di chi ha dovuto sgomitare sin da bambino per farsi strada: gli capita, di tanto in tanto, di sgomitare per istinto anche sui campi di calcio. Ha imparato ben presto a difendersi da solo, non ha mai fatto passi indietro, non è disposto ad inchinarsi: è il suo difetto e il suo pregio! Cresciuto cercando il meglio, ha sempre pensato, in fondo, di poter essere il migliore e come tale si è presentato alla ribalta del calcio professionistico, da Malmoe ad Amsterdam, dalla Juve all'lnter. Lo hanno paragonato a Ronaldo e a Marco Van Basten, questo ragazzone alto un metro e novantadue ma agilissimo con la palla al piede; lo hanno soprannominato "il Mago" o "il Genio" o, fantasiosamente, "Ibracadabra" per le magie che sa fare sul campo. È stato quasi un teppista a Malmoe, strafottente e indisciplinato quando giocava nell'Ajax, scorretto e prepotente nella Juve. Ora ha una moglie e due figli e sembra più maturo, più docile. Intanto, dopo aver detto che l'Inter era da sempre l'amore della sua vita, non ha smesso di vincere: una promozione nel Malmoe, due titoli nazionali nell'Ajax, due scudetti (revocati) nella Juve, due scudetti buoni nell'lnter.
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