Il gioco delle farfalle
Calabria, anni Sessanta. Nicola, nove anni, la sorellina Marzia e la madre Giga tornano a passare l'estate nel paese d'origine della famiglia ma la vicenda di cui si renderanno testimoni sarà destinata a cambiare per sempre il loro rapporto. Al centro del dramma Marinella, dodicenne misteriosa e inquieta, che coinvolgerà il piccolo Nicola in un'amicizia ambigua, poco chiara e perciò subito malvista, mettendo in crisi gli equilibri esistenti. Il bambino, al di là dei pregiudizi che pesano sulla ragazzina, da sempre emarginata perché considerata "strana", sarà l'unico ad accettarne l'evidente diversità anche se il "gioco delle farfalle" fatto dai due amici di nascosto sarà quasi presaga rappresentazione di quello che accadrà a naturale compimento della vicenda come di un'esistenza tormentata. A distanza di anni, Nicola, Marzia e Giga, ognuno con le proprie paure e i propri fantasmi, torneranno a quell'estate lontana tra rimorsi, sensi di colpa, riflessioni. Sullo sfondo l'Italia del boom, oscillante tra la modernità di realtà metropolitane come Roma e la persistente arretratezza degli ambienti claustrofobici di paese. Un contrasto sociale, oltre che culturale, esaltato qui da una trama ricca di colpi di scena e tratteggiato dall'autrice con insolita abilità, grande senso del ritmo e l'ausilio di una scrittura sobria ed essenziale, sostenuta da un sottile, delicato, lirismo.
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