Firozsha Baag
Bombay ha il mare, giardini dalle forme meravigliose e una vita brulicante e poetica nel suo continuo intrecciarsi di necessità materiali e spirituali. Lì a poca distanza dalla spiaggia e dalla passeggiata di Marine Drive, sorge il condominio del Firozsha Baag, tre 'caseggiati' dove famiglie intere vivono la propria esistenza tra rituali zoroastriani, faccende domestiche e l'educazione dei figli, molti dei quali destinati a lasciare la terra natale, ormai troppo corrotta, per trovare la sicurezza economica e un nuovo futuro. "Firozsha Baag" è una meravigliosa e commovente partitura in cui le voci dei giovani Jehangir, Kersi, Percy e altri si alternano a quelle dei loro genitori, i Bulsara, i Boyce... Sono piccole beghe condominiali dai ridicoli risvolti che nascondono peculiari concetti di dignità, inattese pazzie di subaffittuari, e ancora i giochi dei ragazzi nel cortile che negIi anni si trasformano in svaghi meno innocenti, il perenne andirivieni degli ambulanti che pubblicizzano le proprie mercanzie, i segreti pensieri delle vedove ormai sole... Tutto si corrisponde in questo minuscolo e umanissimo universo del Firozsha Baag che coinvolge il lettore nelle vicende del dottor Mody, con la sua passione per i francobolli, come in quelle della vecchia 'ayah' cristiana Jaakaylee, fino a condurlo alle meravigliose storie di Nariman Hansotia. E la voce stessa del narratore, con il suo lucido sguardo venato di irrequieta nostalgia, ci guida a comprendere come, tra tradizione e modernità, le vicende di questi specialissimi inquilini, in un magico contrappunto musicale, raccontano lo straordinario salto che la società indiana sta tutt'oggi compiendo.