I sette in fuga
Straordinario e ammaliante viaggio attraverso i sentieri dell'Asia, "I sette in fuga" (1937) presenta ritratti e paesaggi indimenticabili. I protagonisti, tutti europei ma di paesi e lingue differenti, espulsi dalla favolosa Kashgar come stranieri sospetti, sono riuniti dal caso in una carovana. E una peregrinazione che, tra memorie antiche e vicende inaspettate, si dipana per le millenarie strade commerciali e spirituali, dal Tibet alla Mongolia, dai deserti dell'Asia Centrale allo scintillante e affollato mar della Cina, attraverso neve e sabbia, foreste e fiumi, città e villaggi. Per ognuno, l'incontro che lo attende non dipenderà dalla forza fisica o morale. Sarà una decisione interiore, dettata dalla propria individualità, a indurlo a scegliere l'indirizzo verso la morte o la vita. Amato da autori come Gore Vidal e Marguerite Yourcenar, "I sette in fuga" fu subito giudicato un capolavoro: come un'opera musicale, la scrittura di Prokosch dà infatti vita a una melodia mutevole e incessante che ricrea l'ineffabile incanto dei rumori di una carovana nella notte, insieme al commosso e vibrante paesaggio della memoria che affiora insieme a un'emozione travolgente. Con il saggio di Gore Vidal "Frederic Prokosch: il legame con l'Europa".
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