La pace come un fiume
"La pace come un fiume", romanzo di esordio di Leif Enger, è uno di quei rari libri che ci fanno capire e ricordare davvero perché si leggono e si scrivono romanzi. Acclamato al suo apparire in America come una vera e propria rivelazione, un'opera quasi miracolosa, da considerarsi fin da subito alla stregua di grandi classici come "Huckleberry Finn" e "Il buio oltre la siepe", "La pace come un fiume" è insieme una straordinaria storia familiare, il racconto di un viaggio avventuroso e una profonda e toccante meditazione sulla forza dell'amore e della fede nella vita di ogni giorno. Cresciuto senza madre tra storie di cowboy e pirati, lunghissimi inverni e piccole gioie in un paese del Minnesota nei primi anni Sessanta, l'undicenne Reuben Land, voce narrante del romanzo, non ha alcun dubbio che i miracoli avvengano continuamente intorno a noi per aiutarci o darci dei segni di quello che è giusto fare. Reuben è nato senza aria nei polmoni ed è stato solo grazie a suo padre Jeremiah, che gli ha letteralmente imposto di respirare quando ormai i medici avevano perso ogni speranza, che il piccolo ha potuto vivere, seppure sofferente di una grave forma di asma. Convinto da allora che il padre sia toccato dalla mano di Dio e possa sovvertire le leggi della natura, Reuben vede la sua tranquilla vita improvvisamente sconvolta quando il fratello maggiore Davy uccide due teppisti che lo minacciavano: a differenza del padre, Davy non crede di dover affidare la propria sorte alla giustizia divina e fugge durante il processo. Così Jeremiah, insieme a Reuben e alla piccola Swede, si mette in viaggio verso le impervie e selvagge BadIands del Nord Dakota per rintracciare Davy prima della polizia: sarà l'ultimo viaggio insieme, quello che cambierà per sempre la vita di ognuno di loro.
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