Armadale
Armadale è un nome, ma il romanzo non è la storia del personaggio che lo porta. È piuttosto la storia del nome stesso, anzi del mistero che si cela dietro questo nome. Perché sono quattro gli Allan Armadale coinvolti nella vicenda, due padri e i rispettivi figli: opera del destino o del caso? Questa è la domanda che accompagna protagonisti e lettori per tutto il romanzo, e che ne informa le pieghe labirintiche fino al sofferto - e incerto - finale. Le vite degli Armadale sembrano, in effetti, destinate a intrecciarsi, e con esiti funesti. Il lettore si trova alle prese con una doppia trama narrativa: quella degli eventi, che sembrano volgere sempre più inesorabilmente verso il compimento di una profezia, e la trama oscillante dei sentimenti, dell'eterna lotta interiore dei personaggi. Romanzo a tinte forti, a tratti cupo, Armadale utilizza i modi e i toni tipici del melodramma (il mascheramento, la confusione di identità, le coincidenze, il sensazionalismo) per rimandare un'immagine degli anni attorno al 1850, e dei fermenti che li animavano, molto più moderna di quanto ci si aspetterebbe da un autore considerato "semplicemente" uno scrittore di romanzi gialli.