Il governo della lingua. Prose scelte (1978-1987)

Il governo della lingua. Prose scelte (1978-1987)

Dopo aver ricostruito in Attenzioni/Preoccupations il proprio retroterra personale e culturale, Seamus Heaney si volge in Il governo della lingua al tema più vasto dei compiti (e dei limiti) della poesia nel mondo moderno. Poeta fra i più eloquenti nel Novecento, Heaney sa che la lingua governa e crea il mondo, ma sa anche che il segreto della sua forza sta nel limite, nella discrezione. La sua riflessione si muove fra questi due poli, libertà e governo, governo della libertà, e si sofferma su quei poeti (a cominciare da Dante) che si sono confrontati con grandi sistemi e autoritarismi, fino a sacrificare la vita (è il caso di Mandel'stam) per mantenere alla lingua la sua autonomia. Scrivendo degli anglosassoni Eliot, Larkin, Walcott, Kavanagh, Auden, Lowell, dei poeti dell'est europeo Milosz, Holub, Herbert e delle due grandi poetesse Bishop e Plath, Reaney offre un panorama sensibilissimo e tira le somme di un secolo di lirica. Non c'è oggi poeta-critico che possa guidarci meglio all'etica della poesia, e della poesia riaffermare l'insostituibile lezione di visione e libertà.
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