Le città perdute dei maya. La vita, l'arte e le opere di Frederick Catherwood

Un giorno del 1839, due intrepidi esploratori - un inglese, Frederick Catherwood, e un americano, John Lloyd Stephens - salirono i gradini sconnessi delle piramidi maya di Copan, invase dalla giungla e ormai perdute nella memoria degli stessi abitanti di quella regione. Erano i primi occidentali a posare lo sguardo sulle immense terrazze, sui favolosi templi e sui palazzi misteriosamente abbandonati dieci secoli prima, ignorati dai Conquistadores e caduti nel verde oblio della foresta tropicale. Quel giorno del 1839 cambiò la vita dei due uomini e la storia delle civiltà del Centroamerica fu da riscrivere. Nei mesi seguenti, Stephens e Catherwood scoprirono le rovine di numerose altre città inghiottite dalla foresta, riportando alla luce le formidabili testimonianze di una civiltà raffinatissima, inspiegabilmente scomparse: fu una delle più straordinarie avventure archeologiche di tutti i tempi, che ripercorreremo in queste pagine grazie al talento di Frederick Catherwood, l'illustratore dei diari di viaggio scritti da Stephens e pubblicati nel 1841 e nel 1843. Per la prima volta, infatti, sono state raccolte in un'unica opera una scelta significativa delle oltre duecento incisioni tratte dai disegni originali di Catherwood, nonché la riproduzione integrale della rarissima versione a colori di "Views of Ancient Monuments in Central America", "Chiapas and Yucatan", il portfolio di ventisei litografie considerato a buon diritto il capolavoro dell'artista inglese. Questo libro è dunque un omaggio a una delle figure di maggior rilievo dell'archeologia del XIX secolo, rimasto nell'ombra fino a tempi recenti e la cui opera è ancora pressoché ignota al grande pubblico.