Cina rivelata. L'Occidente incontra il Celeste Impero (La)
Per gli antichi greci, di là dall'India non c'erano che deserti popolati da mostri e belve feroci; poi da quelle contrade inaccessibili cominciò a giungere in Occidente una stoffa favolosa e impalpabile come i sogni, per acquistare la quale satrapi persiani e patrizi romani scialacquarono somme immense. Da quel momento il lontanissimo Paese della seta divenne oggetto di fabulazioni, ma rimase coperto da un velo che neppure i racconti dei mercanti islamici o dei primi inviati pontifici contribuirono a sollevare. Marco Polo descrisse dettagliatamente il Cathay nel "Milione", che molti lettori dell'epoca ritenevano frutto di fantasia, e Ibn Battuta, il più grande viaggiatore arabo, riferì le stesse incredibli enormità, che passarono in toto nelle "Mille e una notte". La Cina rimase sostanzialmente estranea all'Occidente anche nei tre secoli che seguirono i primi approcci commerciali tentati dai portoghesi nel Cinquecento. Con la rivoluzione industriale e la conseguente spinta imperialistica, l'atteggiamento europeo divenne aggressivo: la diversità della Cina fu considerata inferiorità e il Paese fu costretto ad aprire i suoi porti al commercio e ad accettare l'importazione dell'oppio. Nel 1860 gli europei divennero praticamente padroni della Cina e lo rimasero fino ai primi anni del XX secolo, con la caduta della dinastia Qing a segnare la morte del Celeste Impero. Questo volume, avvalendosi di inediti documenti storici e di straordinarie immagini d'epoca, ripercorre le vicende che segnarono il complesso rapporto tra l'Occidente e la Cina, dai primi timidi contatti mercantili agli anni del colonialismo, fino all'epoca della caduta della monarchia imperiale, quando furono dispersi i semi della rivoluzione maoista e della Cina odierna. Un'opera dall'approccio storiografico, ma anche un omaggio all'arte e alla creatività orientali, i cui capolavori sono qui ritratti come testimonianze di una cultura e di uno stile inimitabili.
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