Sinfonia dell'addio (La)
In una sinfonia di Haydn, la n. 45 in fa diesis minore, tutti gli strumentisti lasciano l'orchestra uno dopo l'altro finché sul palco non restano che due violini a suonare. A questa celebre composizione, conosciuta come "Gli Addii", allude nel titolo lo scrittore, al quale molti amici sono venuti a mancare negli anni Ottanta in seguito all'epidemia dell'Aids. Fu un amaro risveglio che le comunità gay di San Francisco e di New York avvertirono non soltanto come pericolo mortale ma anche come possibile sconfitta di ogni libertà conquistata. E questo romanzo, ampiamente autobiografico, racconta il tempo della speranza e quello della disperazione, gli anni edonistici prima del virus, tra viaggi per l'america tutta e le capitali europee, tra incontri esaltanti, episodi di incontenibile comicità e altri di scatenato erotismo; e gli anni dopo la scoperta, tra la paura del contagio e il dolore per chi ne era colpito. Intorno cresceva il numero delle vittime e a coloro che sopravvivevano non restava che il pianto degli affetti e il rimpianto per i giorni perduti dell'euforia. Così succede al protagonista, dopo la morte dell'amico francese; e ricordare il passato lontano e prossimo può essere l'unico modo per allontanre il destino. Con toni che trascorrono dall'elegia all'umorismo, e dalla nostalgia al brio delle chiacchere e dei pettegolezzi, White ripercorre trent'anni della sua storia, che coincidono con quelli di un'intera generazione che è passata dall'orgoglio della propria sessualità alla necessità di lottare e difendersi dai sospetti più temibili. E quello che emerge dalla memoria di chi racconta non è soltanto uno spaccato di società omosessuale nei suoi periodi più esaltanti e più tragici, ma l'amore per la vita e la felicità di riviverla, che, nonostante la morte e la compassione, animano le pagine di tutto il romanzo.