Non aprite agli assassini. Il caso Fenaroli e i misteri italiani
Roma 1968. Mosso da un sentimento contraddittorio di odio e insieme di giustizia, Enrico Grossi, un ex alto ufficiale del Sifar di De Lorenzo, silurato dopo una misteriosa missione a Budapesta, avvia un'idagine privata sull'assassinio di una donna, Maria Martirano, strangolata a Roma dieci anni prima. Di quel delitto erano stati accusati il marito dell'uccisa, l'imprenditore Giovanni Fenaroli, e un giovane elettrotecnico milanese, Raoul Ghiani, ritenutio il mandante e il killer di un omicidio architettato per riscuotere il premio di un'assicurazione sulla vita. E, malgrado si fossero sempre dichiarati innocenti, i due furono condannati all'ergastolo al termine di un processo che lacerò l'opinione pubblica. Sulla base di informazioni raccolte negli ambienti dei servizi segreti, De Grossi si convince però che all'origine di quel delitto c'è probabilmente una storia di fondi neri maturata nell'Italia politico-affaristica di quegli anni. "Non aprite agli assassini" propone quel lontano 'affaire' italiano basandosi proprio sulla paziente ricostruzione dell'ex uomo del Sifar. Ancorato a una esposizione rigorosa dei fatti e a testimonianze dirette, è scritto però con il necessario distacco cronachistico.
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