Luraghi. L'uomo che inventò la Giulietta
Giuseppe Eugenio Luraghi (Milano, 1905-1991) è stato un protagonista dell'economia e dell'industra italiana. "Ho avuto una fanciullezza insignificante", racconta in un testo autobiografico inedito, "ero certamente fragile, pallido perché con lo zio Conto la gente ci chiamava 'i fratelli cerini'." Ma dalla sua gracilità, dalle difficoltà della famiglia seppe ben presto tirarsi fuori, prima con la boxe, autentica scuola di vita, e poi dedicandosi con passione alla sua attività imprenditoriale. Confessa una passione per la pittura a cui dovette rinunciare per la prematura morte dei genitori, e trova nella letteratura "uno sfogo artistico sostitutivo".Bocconiano, di formazione socialista riformista, Luraghi ha attraversato il secolo alla guida di grandissime imprese italiane (Pirelli, Sip, Iri-Finmeccanica, Lanerossi, Mondadori), ma non c'è dubbio che la sua figura di capo d'azienda è legata ai successi conseguiti dall'Alfa Romeo sotto la sua guida. Uomo di industria e di cultura - ha fondato riviste, le Edizioni della Meridiana, è stato il traduttore di Rafael Alberti -, moderno centauro che professa il progresso tecnologico per la liberazione dell'uomo, Luraghi appartiene a quella schiera di uomini che hanno cercato di dare dignità e prestigio all'industria di Stato in anni molto difficili per il Paese. Questo libro si basa sull'Archivio Luraghi che la famiglia ha aperto per la prima volta, consentendo così di consultare materale di rilevante interesse storico. Ci sono le testimonianze delle battaglie di Luraghi per l'industrializzazione del Mezzogiorno, della dura competizione con la Fiat che, tra l'altro, acquista la Ferrari violando accordi con l'Alfa Romeo, della lotta furibonda contro le intromissioni della politica nelle imprese pubbliche. E poi ancora le incredibili vicende di famose dinastie del capitalismo familiare - i Necchi, i Mondadori, i Marzotto, i Pirelli -, accompagnate da una lunga carrellata di politici, imprenditori, artisti, che la penna [...]
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