Ebrei di mafia. La malavita a New York: anni 1920-30
In America, nella storia della criminalità organizzata, prevalgono i nomi italiani, ma ci fu un tempo, negli anni Venti e Trenta, in cui nomi dichiaratamente ebrei occuparono la scena. E' quanto ci rivela Rich Cohen in questo originalissimo e molto documentato volume, sapendo far rivivere quel periodo con estrema vivacità , raccontando aneddoti e storie conditi col sapore della realtà perchè suo padre era il gestore del locale notturno in cui quel variopinto e mafiosissimo mondo usava radunarsi.Un mondo fatto di strade, bar e nightclub, dove uccidere era più attraente che scappare, dove ogni colpo veniva pianificato ed eseguito con precisione e finezzza, un mondo di rivalità e guerre intestine, dove soltanto raggiungere la mezza età era un fatto raro, un mondo in cui, per un breve momento, i criminali più rispettati e temuti erano ebrei. Un momento durato poco perchè, sostiene Cohen, non appena un gangster ebreo metteva da parte qualche soldo mandava i figli all'università e li avviava a una carriera regolare, mentre gli italiani passavano il mestiere ai figli senza altra preoccupazione.Avvincente e senza scrupoli, questo resoconto sembra quasi godere nel presentare un'altra faccia dell'eterno ebreo, perseguitato e vittima, che la storia ci ha tramandato.
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