Italiano vero: Pitigrilli (Un)
Pitigrilli, alias Dino Segre, fu l'intelletuale che contagiò con il suo cinismo almeno due generazioni. Amante di una celebre poetessa, Amalia Guglielminetti, autore di bestseller, fondò un quindicinale, "Le Grandi firme", in cui, per apparire, noti scrittori e giornalisti di allora facevano di tutto. Eppure questo romanziere, a suo modo geniale, agli inizi degli anni trenta divenne una spia dell'Ovra. Le sue informative mandarono in galera Vittorio Foa e Leone Ginzburg, al confine Cesare Pavese, e consegnarono ai fascisti confidenze e sfoghi dell'esule Carlo Rosselli. Per mesi, Piti, come veniva chiamato, supplicò Mussolini per ottenere una sorta di patente di ariano. Poi, seguendo l'onda politica, tra il 25 luglio e l'8 settembre, divenne antifascista, ma solo per sfuggire al carcere. Alla fine degli anni Quaranta si convertì al cattolicesimo e cercò di entrare nella democrazia cristiana di De Gasperi.In questo libro, costato due anni di ricerche fra Torino, Roma, Milano, Parigi e Buenos Aires, Magrì risponde ai tanti interrogativi che l'inquietante personalità di Dino Segre ha risvegliato in tutti coloro che lo conobbero o ne furono vittime, come Alberto Moravia, Carlo Levi ed Emilio Lussu. Quanto a Piti, disconoscendo i suoi romanzi-bestseller e abbracciando la fede cattolica, pensò di potersi assolvere, senza pentimento, dal suo ruolo di delatore, cosa che egli comunque negò.Ma questro maestro del doppio gioco, teorizzatore della legittimità dell'incoerenza, finì per restare vittima dei suoi maneggi, e l'avvicinamento alla fede cristiana a alla Dc degasperiana furono ritenuti un'ennesima prova della sua spregiudiacatezza, un modo per restare a galla.
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