Etica per naufraghi

Etica per naufraghi

"L'intelligenza e il desiderio", così si intitola il primo capitolo di questo saggio, che inizia con una citazione del capolavoro di Garcia Marquez, Cent'anni di solitudine. A cui tante altre seguono nel corso dell'intrigante argomentazione, dal barone di Munchhausen a Nietzsche, da Epicuro a Walt Whitman, a suffragare un'idea che la morale sia una delle creazioni più intelligenti dell'intelligenza umana. Viviamo un'etica precaria, afferma l'autore, ma indispensabile a regolare ogni attività creativa e aspirazione della mente, un'etica per naufraghi, come dire per tutti, perché tutti siamo al contempo naviganti in procinto di naufragare o naufraghi che si sbracciano per mantenersi a galla. Il modo in cui intelligenza, sentimento o impulso psichico si intersecano o coagiscono o elaborano comportamenti in grado di costituire forme di vita e di convivenza è compito dell'impegno morale, che distingue l'uomo socialmente dagli altri animali. Così come il linguaggio necessita di una struttura per comunicare, la creatività umana per esplicarsi ha bisogno di una norma: non di un imperativo categorico ma di una regola che imponga i tre livelli etici necessari a vivere: sopravvivenza, felicità e dignità. Alternando serrati ragionamenti a dialoghi platonici, citazioni letterarie a esempi scientifici e cercando di tenere ogni argomento dentro un'esposizione lineare e semplice, Marina è riuscito a catturare l'attenzione di un pubblico vastissimo, non solo colto e preparato filosoficamente ma anche quello digiuno di questioni di vita e di morale. La ricetta, fornitaci dall'autore, è la seguente: pensare come uno scienziato e scrivere come un poeta che sia stato anche scrittore di gialli.
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