Ordine pubblico
In una Roma dai colori bronxiani, fetida e angosciosa, che Pasolini ha solo intuito e previsto, un povero killer borgataro e primordiale uccide per puro gusto di uccidere.Questo protagonista, dal nome ironico di Meraviglia, gonfiato dalla palestra e dagli anabolizzanti, violento e afasico, simbolo di una condizione umana di futuribili degradazioni, appartiene a una cronaca che da qualche anno rivela in crescendo le gesta di personaggi simili, di colpo sulla scena effimera di orrori quotidiani. Il suo antagonista è Faddi, poliziotto indurito e disincantato, la cui acida ironia non ha alcun effetto salvifico né sulla sua vita matrimoniale né sul suo stomaco sconvolto dall'alcol e dalla crudele, nauseante realtà.Con questo romanzo, affascinante e mozzafiato, siamo ben lontani dalla comprensione e pietà dell'universo pasoliniano e i riferimenti andranno cercati piuttosto nei crudi referti di certo cinema documentario, in cui la macchina da presa si trova a registrare gli oggetti e i fatti senza la loro preistoria. E Camarca autorizza questa lettura scabra, refertuale, con uno stile fortemente caratterizzato dalla elencazione e da una sintassi semplificata e denotativa, quasi a indicare i titoli sparati del linguaggio giornalistico e televisivo. Con una lingua basica e dura, che non concede nulla alla distensione, alle connotazioni liriche, alla pausa distensiva, l'autore ci guida in un inferno metropolitano, in cui avvengono delitti mostruosi e arcaici; in una disperata realtà che le pagine raccontano accumulando particolari sordidi di cibi, vestiti, ambienti in una degradazione ecumenica che livella poliziotti, assassini, e vittime.
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