Buio e il miele (Il)
Il capitano Fausto, protagonista del libro, l'ufficiale che per un incidente di pace e non di guerra ha perso la vista e una mano, è un Achab senza Balena Bianca, prigioniero di un mondo nero, un Ulisse senza Iliade, al quale resta la possibilità di una piccola Odissea (una settimana, cinque più due come si dice nel gergo delle caserme), tra Genova e Roma, con tappa conclusiva a Napoli dove lo attende (proprio a Napoli, la città del sole) un appuntamento con la morte.Questo il personaggio, di quelli che tentano ogni grande attore, così poco italiano nella sua cattiveria e nel suo gusto della provocazione, nel suo rifiuto della speranza e della pietà. E ancora poco italiana è l'amicizia (ma non è la parola giusta) che nasce a dispetto di loro stessi tra l'ufficiale e il soldatino (soprannominato Ciccio), al quale è stata affidata la missione di scortarlo nel corso del viaggio.Un sentimento strano e inafferrabile, perduto ancora prima di essere posseduto, non fatto di sguardi e nemmeno di parole, ma di un patto segreto e silenzioso.
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