Primo Levi o la tragedia di un ottimista

Primo Levi o la tragedia di un ottimista

"Ad Auschwitz, Primo Levi osserva e registra. Nulla gli sfugge. Analizza gli atteggiamenti più anodini, le reazioni in apparenza più insignificanti, che gli rivelano gli abissi del comportamento umano. L'uomo collocato in una situazione estrema è ancora capace di fare il bene o il male. Auschwitz è il luogo del male assoluto, un mondo senza Dio. Sebbene non nutra dubbi sulla fine che lo aspetta, Levi impiega tutta la sua energia mentale per memorizzare ogni particolare; nel caso in cui dovesse salvarsi, potrà così raccontare, testimoniare, chiedere giustizia, poiché crede ancora nell'uomo e nella giustizia [...] Pur in una situazione tanto estrema, la sua curiosità, la sua capacità di comprendere erano così vive da permettergli di dire dopo il suo ritorno, che il lager era stato la sua università."
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