Tutto il cinema di Hong Kong
Sospeso tra Oriente e Occidente, il cinema di Hong Kong non assomiglia a nient'altro. Ora che molti registi e attori sono andati a Hollywood e che anche in Italia si è scoperta la punta dell'iceberg, a partire da Wong Kar-wai e John Woo, è tempo di iniziare a studiare lo stile, il contesto e i caratteri originali di tale cinema. Questo libro esauriente e documentato propone un'analisi - la prima tentata da un occidentale - di come si è evoluto il linguaggio del montaggio e della macchina da presa, dalle arti marziali degli anni Sessanta a oggi: da King Hu, il maestro dell'astrazione, e da Zhang Che, cantore della carne e del sangue, fino al cinema più recente del caos percettivo. Passando per i maestri riconosciuti, come Tsui Hark, Ching Siu-tung e John Woo, visti attraverso una prospettiva nuova; e senza trascurare il cinema d'autore, da Ann Hui e Patrick Tam a Stanley Kwan; il cinema comico, da Michael Hui a Stephen Chiau e Jeff Lau; e il vasto mondo della serie B. Generi, autori, violenza, sesso, fantastico, melodramma, citazione: lo spettatore occidentale non può dare nulla per scontato e deve riconsiderare concetti familiari che, nel cinema di Hong Kong, funzionano in modo particolare. La scommessa di questo libro è di entrare dentro un altro modo di pensare le immagini in movimento, spesso molto più vivace e imprevedibile di quello cui siamo abituati. Senza schematismi, ma valorizzando le inevitabili differenze culturali. Completano il libro sessanta dettagliati profili di registi, attori, scenaggiatori e produttori.
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