Abbasso il fassio

Abbasso il fassio

Che nella società italiana sotto il fascismo poche cose fossero permesse e molte vietate è cosa nota. Meno noto, nel suo concreto e quotidiano esprimersi, è il genio con cui l'italico sfottò si cimenta con le boriose chiacchiere dei capocchioni di turno, il saettante istinto allo sberleffo contro i gerarchi tronfi, il volar dritto dritto sull'obiettivo infilzando - con le matite appuntite della satira o le note di qualche ritornello - tutta quella che è la paccottiglia del regime: motti roboanti, circolari dementi, dissennati provvedimenti, farsesche adunate.Sandro Lopez Nunes ha raccolto con infinita pazienza e una vastissima conoscenza di quegli anni "il meglio del peggio": vale a dire le perle agiografiche sulla vita del Duce e i dileggi memorabili che fecero da motivo conduttore alla marcia verso lo sfacelo, i testi scolastici di indottrinamento dell'italica gioventù e le indicazioni deliranti con le quali si voleva riplasmare una nuova stirpe. Accostata a questa perigliosa navigazione ci sono, selezionati dall'autore, i giusti antidoti prodotti dal buon senso e dall'intelligenza della gente che non si era bevuta il cervello votandosi al più totale conformismo. Nascono così le vignette, le battute, gli aneddoti che compongono una filigrana ironica e implacabile, capace, nonostante i divieti e le pesanti repressioni, di insinuarsi in ogni aspetto della quotidianità sotto il fascismo. Attingendo a questi materiali, scelti con padronanza e spiritosa saggezza, Sandro Lopez Nunes appronta una sorta di vascello pirata del dissenso e della satira. Pilotato con mano sicura, ci consente di rivisitare il Ventennio in nero attraverso un testo che risulta familiare a chi c'era, e che, per chi non c'era, può aiutare a conoscere, più di tante rievocazioni scolastiche e accademiche, il volto vero della dittatura.
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