Notte in cui Victor non cantò (La)
"In principio ci sono i peggiori. Sunto di ogni male, lievito di ogni violenza. Sui loro peccati si avvita la storia e si misura il passato. Si chiamano Giuda o Pinochet, sono sempre un dolore necessario. Il profilo oscuro della vita. Finché accade che ne incroci qualcuno sul tuo cammino: lo insegui, annusi le sue parole, ascolti le sue bugie. Alla fine ti accorgi che il male è mataria assai più complessa, senza equazioni risolte in punto di catechismo. E che tutto sommato, perfino loro, i tiranni, sono personaggi incompiuti, votati alla crudeltà ma grotteschi fino alla bestemmia..." In un tempo dedicato a eroi, poeti e santi, Claudio Fava ha pensato che per una volta valeva la pena raccontare loro, i cattivi ragazzi, dal plumbeo caudillo Augusto Pinochet all'aguzzino delle madri argentine Alfredo Astiz, dall'ineffabile giornalista venduto ai boss del Cartello colombiano all'orgoglio omicida del colonello d'Aubuisson. Gli ultimi della storia: quelli che hanno masticato il loro tempo senza fingere mai buoni sentimenti. Li tiene insieme una geografia, l'America Latina. Ossia la terra più prossima a quella Sicilia alla quale ogni fantasia dello scrittore finisce disciplinatamente per tornare. Li unisce anche una presunzione di scrittura. Che non è cronaca né documento giornalistico ma romanzo: un odore, un ribrezzo, la memoria di un incontro, il suono metallico di certe parole, una guapperia...
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