Requiem per tre padri

Requiem per tre padri

Curioso romanzo è questo, il terzo della scrittrice, intenso e drammatico, che sullo sfondo storico di una Cecoslovacchia avvilita l'anno dopo l'invasione russa, racconta un conflito classico, generazionale e mitico. Il conflitto avviene tra madre e figlia: la prima, un'attrice di teatro famosa, rinuncia ai suoi ideali di libertà per poter continuare a recitare: l'altra, un adolescente inquieta sospesa tra incanto e crudezza della vita, tra suggestioni del palcoscenico e gusti quotidiani, riversa nell'odio per la madre una tenace ansia di verità. E attorno a loro ruotano i personaggi comprimari, le loro avversioni e le connivenze, i funnambolismi, gli sgomenti e una disperata e sprezzante allegria, evidenziando i vari modi di confrontarsi con un potere asfittico, morbidamente, feroce. Ma è Nadia, la protagonista quindicenne, con i suoi susulti di ribellione e guizzi di dissacrante ironia, e con il suo struggente bisogno di amore a coalizzare il racconto nelle sue spire affettive; fino all'ultima inscenata catastrofe che lascia attoniti e turbati, se non si intuisca che è strumento di liberazione e di consapevolezza. Con lo stile suasivo e incantato che caratterizza la sua narrativa, la Ockayova mette a fuoco una società lacerata, un universo agitato dai rancori e dalle finzioni, menzogne, ambiguità, dalle sottili violenze psicologiche o esplicite sopraffazioni; ma sfidando la narrazione allo sguardo senza memoria della ragazza, come la mitica Antigone implacabile nel togliere alle persone le loro maschere ma assieme tenere e commovovente, lascia che la dimensione privata prevalga sul contesto storico, facendo emergere una dinamica di sentimenti perennemente identica, come la forza dell'odio e dell'amore.
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