Napoli: cronache urbanistiche
Vezio De Lucia, uno dei protagonisti del riscatto a Napoli contro mezzo secolo di speculazione fondiaria e di nefandezze immobiliari e politiche, dà l'avvio a questo libro con sobrio understatement. Iniziando a ripercorrere i quattro anni spesi come assessore alle politiche urbanistiche nella prima giunta Bassolino afferma di aver cercato, essenzialmente, di "restituire una dignitosa reputazione all'urbanistica". Una scommessa, la sua, che coincide con la stagione più entusiasmante e difficile dell'amministrazione Bassolino, quella che si apre con il vertice partenopeo del G7 e si conclude nell'autunno del 1997, quando un plebiscito di voti, conferma la fiducia dell'elettorato napoletano verso le scelte e le realizzazioni che hanno caratterizzato il governo della più vasta area metropolitana del meridione d'Italia. Ma se negli anni Ottanta e ancor prima c'è stata, come spiega De Lucia in questo libro, scritto insieme al giornalista Antonio Pastore, un'urbanistica schiava delle eterne emergenze, piegata agli interessi dei potenti di turno, soffocata dall'assenza di ogni prospettiva strategica, come si può ridarle "dignitosa reputazione"?L'estremo interesse di questo libro è costituito proprio dalla capacità di affrontare, capitolo per capitolo, i grandi temi e gli ampi scenari dell'urbanistica partenopea calandoli sempre nel quotidiano operare, nella concretezza dell'esperienza che si è dispiegata. Scelte difficili come il ristabilimento del rigore delle regole contro l'abusivismo, la salvaguardia del verde, la tutela del centro storico, il recupero delle aree dismesse, sono ricostruite con puntigliosa esattezza. Senza eludere contrapposizioni tempestose e tuttavia emblematiche della sfida al rinnovamento imposta in una Napoli che emerge, in questa testimonianza di altissimo valore civile e intellettuale, come un laboratorio decisivo, un momento nodale nell'esperienza politica e storica in corso nel Paese.