Ebrei questi sconosciuti. Le parole per saperne di più (Gli)
In una recente intervista il filosofo Isaiah Berlin ha dichiarato: "Sono ebreo semplicemente perché non si può smettere di essere ebrei". Dietro tale asserzione esemplarmente lineare ed eloquente corrono più di duemila anni di storia e realtà conflittuale. Gli ebrei, con cui il mondo occidentale, ed in particolare l'Italia, hanno dialetticamente convissuto, rappresentano il paradigma della "diversità" ed il bersaglio del pregiudizio e dello streotipo: e questo sovente ancora oggi che l'identità ebraica è diventata, in una intregrazione profonda con la realtà circostante, un fatto più personale, più interiore, proprio dell'individuo e della famiglia. Questo libro risponde quindi ad una domanda basilare: chi e che cosa siano gli ebrei. Non una nazione, né una fede religiosa soltanto, né tantomeno una razza: ma un popolo dal destino particolare che, per più di metà della sua storia disperso fra genti, lingue e regimi diversi, ha saputo conservare la sua identità. Nella prima sezione del volume l'autrice fornisce un orientamento generale alla conoscenza di un universo vicino e lontano, di cui molti poco sanno, o sanno in maniera imprecisa ed equivoca. Sono capitoli fondamentali, attraverso i queli Loewenthal affronta il tema della memoria collettiva e dei rapporti tra fede e laicità, o tra cultura e lingua, ripercorrendo un cammino che non cessa di destare interesse, meraviglia, stupore.La seconda parte è invece costituita da un glossario, raccolto intorno ai momenti capitali dell'esistenza della religione e della tradizione ebraica, quali le feste, le preghiere, la vita comune, la Shoah e altri. Sono parole che, oggi come ieri, ricorrono spesso sulla stampa, alla televisione, nei romanzi: ma che spesso creano disagio, una sorta di muro tra chi le adopera e chi le legge o le ascolta. Ecco, di questi termini Elena Loewenthal ricostruisce la storia, il significato, l'uso.
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