Economia (L')
Nell'ufficio del suo ministero, quello dell'Industria, la luce rimaneva accesa fino a notte tarda. Guevara studiava matematica superiore e prendeva appunti sui sistemi allora in voga nei paesi socialisti, da quello centralizzato fondato sul bilancio preventivo a quello autogestito impresa per impresa fondato sul calcolo economico. Marxista autodidatta, a contatto con la realtà di un paese dei Caraibi che fino ad allora si era basato sull'approvvigionamento materiale dagli Stati Uniti, il Che aveva dovuto ripensare ogni problema con la propria testa. Ispirandosi al Marx dei manoscritti del 1844, che allora venive riscoperto anche in Europa, il Che evita i dogmatismi, si autocritica e riconduce i temi della produzione economica alle questioni centrali del mutamento nella coscienza degli individui e delle contraddizioni della società post-rivoluzionaria. Con la concretezza che lo contraddistingue sempre: come quando nel memeorabile Contro il burocratismo, del 1963, denuncia quella tipica involuzione che battezza "riunionismo" e che è caratterizzata da "lunghe discussioni che si protraggono all'infinito, senza che nessuno dei partecipanti abbia sufficiente autorità per imporre il suo criterio"; o come quando riconosce la "necessità oggettiva" dell'incentivo materiale al lavoro a fianco di quello morale, che dovrebbe essere l'unico dell'uomo socialista. Forse è proprio nel Che economista che meglio si vede l'intreccio di utopia e realismo che rende unica la sua esperienza e il suo pensiero.