Michele chi?
"Michele chi?": Enzo Siciliano, appena designato dall'Ulivo al vertice della Rai, replica così a chi gli chiede lumi sul ruolo che negli scenari di rilancio della tv pubblica potrebbe essere assegnato al popolarissimo giornalista autore e conduttore di trasmissioni quali Samarcanda, Il Rosso e il Nero, Temporeale. Eppure Santoro ha fatto decollare Samarcanda contribuendo significativamente all'affermarsi della Terza Rete. Lo stesso successo ha salutato le altre sue trasmissioni, che non piacciono ai critici televisivi ma conquistano immense platee di spettatori e impongono un modo nuovo di fare tv dove il conduttore non è, né vuole essere, neutrale verso la realtà che, magmatica, frammentata, inquietante, viene a comporsi sul piccolo schermo.Santoro - che nel frattempo ha lasciato la Rai e condurrà le sue nuove trasmissioni sulle reti Mediaset - ripercorre con passione, ironia e lucida consapevolezza le tappe del suo impegno, i momenti drammatici del suo scontro con la mafia, l'opposizione a poteri che non vogliono rendere conto del proprio operato ai cittadini, rappresentati anche dalla lucetta rossa della telecamera accesa per la diretta tv.In questo libro sfilano, in una serie di memorabili incontri e dissacranti ritratti, tutti i personaggi che contano o hanno contato nella nostra storia recente, da D'Alema a Berlusconi, da Fini a Bossi, da Bassolino ad Alessandra Mussolini sino ad Occhetto, Cossiga, Cirino Pomicino. E - quasi a filigrana del suo modo di fare televisione, diretto, immediato, lontano da modelli paludati - c'è il costante confronto con le diverse realtà televisive italiane, Rai e Fininvest, e con tutti i personaggi - da Costanzo a Ferrara, da Curzi ai presidenti e ai direttori generali succedutisi ai vertici della tv di Stato - che ne formano l'universo.Rimane in queste pagine una lancinante nostalgia per un'utopia - Telesogno - che sembrava potersi concretizzare e che invece è svanita.
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