La sciagurata
Silvia - la protagonista di questo romanzo di Annalisa Angelucci - non ha paura di stare dalla parte del torto. Non si lascia convincere da chi, attorno a lei, ripete che bisogna imparare dai propri errori per poterli superare. Silvia i suoi errori li ama e se ha un rimpianto è quello, struggente, di non poterli ripetere con l'assoluta determinazione della sua adolescenza.Di quando, ad esempio, aveva sedici anni, stava a Roma e praticamente non si nutriva più: straordinariamente magra, un corpo che pareva un urlo disperato e tuttavia indissolubilmente intrecciato al ricordo di un'epoca felice e irripetibile. Ora gli anni sono trascorsi. Silvia è diventata donna, in lei cuore e ragione si sono fuse in un malessere che rende insopportabile l'amore, inaccettabili le parole e i gesti che hanno riempito la sua relazione con Andrea "bellafaccia", giovane regista di successo col quale vive a Milano.Come tutti Silvia fa colazione, pranza, cena: a differenza degli altri, tuttavia, vede il cibo come un nemico implacabile. Silvia sa cucinare splendidamente. Gli alimenti, tra le sue mani, sembrano poter mimare con arte sublime le emozioni e le risate. E tuttavia, appena ingoiato, il cibo diventa l'avversario da battere, sconfiggerlo vuol dire ficcare indice e medio lungo il palato e vomitare. Per Silvia - lasciato Andrea, tornata a Roma nella casa dalla quale viene sfrattata, priva di lavoro, staccata dalla sua famiglia - giunge il punto di non ritorno. E' quello oltre il quale non è più possibile tornare indietro. Silvia il suo punto di non ritorno l'ha superato da quattro mesi: è incinta. Vuole essere madre e affrontare - con la commossa consapevolezza che emerge dalle pagine di questo libro appassionato e sorprendente - la vita che l'aspetta. Accettando le mille sorprese che stanno in ogni giorno, in ogni nuovo incontro.