Arrampicare era il massimo
«In quegli anni, a Trento, chi arrampicava era il massimo e la domenica poteva saltar messa». Così inizia questo racconto autobiografico, che è anche un affresco dell'ambiente alpinistico trentino degli anni Cinquanta. Un album di ricordi, dice Cesare Maestri nella sua presentazione, che «rafforza il concetto dell'amicizia che non cresce parallela al contatto fisico continuo, ma si consolida con l'intensità degli episodi vissuti insieme». Cesare Maestri è uno dei personaggi del romanzo. Nel libro le sue vicende si intrecciano con quelle di un gruppo di giovani, accomunati dal loro approccio autodidatta all'alpinismo. E una storia di montagna e di amicizia, ricca di quell'allegria forsennata di cui solo i giovani sembrano capaci, ma anche di riflessioni che scaturiscono dalle discussioni tra i protagonisti, di momenti magici vissuti in parete, e anche di profondo dolore, perché questa è una storia vera, e nella vita vera capita che degli amici non tornino più dalle montagne.
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