Fiume di legno. Fluitazione del legname dal Trentino a Venezia (Un)
Per lunghi secoli, dal basso Medioevo fino alla Prima guerra mondiale, enormi quantità di legname sono scese dai boschi trentino-tirolesi e veneti verso la pianura, e Venezia in particolare, sfruttando la rete idrica naturale. Servivano a soddisfare la grande richiesta di materia prima che veniva dalla metropoli lagunare e dalle altre città della terraferma, nel periodo considerato una delle zone più popolate d'Europa. Il Quaderno racconta gli sviluppi storici di questo "fiume di legno" attraverso sondaggi su di un'area specifica, quella attraversata dall'asse fluviale e torrentizio Cismon-Brenta. Un territorio attraversato, per più di cinque secoli, dal confine tra stato austro-tirolese da un lato e Repubblica di Venezia - Regno d'Italia, dall'altro. Un confine che, ben di rado e solo per brevi periodi, riuscì ad interrompere gli intensi traffici di merci, uomini e idee, conoscenze tecnologiche, manifestazioni artistiche e valori culturali tra la montagna trentino-tirolese e bellunese e la pianura veneta. La delimitazione temporale - dal basso Medioevo agli albori del XX secolo - fa specifico riferimento alla fluitazione, libera o legata, come sistema di trasporto che caratterizzò un peculiare assetto di filiera, perdutosi con il prevalere, dopo la fine del primo conflitto mondiale, dei trasporti su strada e ferrovia.
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