La rassegna mensile di Israel. Vol. 87/2
«La Rassegna Mensile di Israel», fondata da Alfonso Pacifici e Dante Lattes nel 1925, è la più importante sede di dibattito culturale dell’ebraismo italiano. Gli oltre ottanta volumi, i contributi scientifici pubblicati, le centinaia di libri recensiti, fanno della rivista una fra le più longeve e autorevoli voci dell’ebraismo europeo, interrotta solo dalle leggi antiebraiche del fascismo e dai successivi eventi bellici. Diversi momenti della cultura e della storia ebraica in Sicilia, dalla fine del XV secolo a oggi, sono raccolti in questo numero. Com’è noto, al Regno di Sicilia sotto dominio aragonese dovette applicarsi quel medesimo decreto di espulsione che vide circa centomila ebrei esuli dal territorio spagnolo nel 1492. In Sicilia la data finale dell’esodo fu rinviata al 12 gennaio del 1493, giorno sempre regolarmente commemorato a Palermo, nella sede dell’Archivio comunale. Esule fu anche il rabbino Chayim ben Shabbetai Yonà, importante autorità halakhica, insediatosi nel Sud Italia, la cui raccolta di Responsa è per la prima volta analizzata in questo volume da Nadia Zeldes. Un’altra interessante fonte viene qui pubblicata per la prima volta da Flavia Buzzetta: la traduzione dall’ebraico in siciliano del Ma‘asè Bereshit (Racconto della Creazione) da parte di autori che si dimostrano esperti conoscitori di entrambi gli ambiti linguistici. Questa traduzione offre una concreta attestazione dei legami che gli ebrei siciliani avevano con importanti personalità del Rinascimento. Anna Esposito, con l’ausilio di una ricca documentazione archivistica, segue il percorso intrapreso dagli esuli verso Roma e verso le città e borghi della regione pontificia confinante con il regno di Napoli. Il saggio di David Cassuto verte sulla scoperta di un pozzo nella chiesa di San Filippo Apostolo a Siracusa. In base a un graffito in caratteri ebraici del XV secolo, inciso nella scala che conduce al pozzo di acqua, è stato proposto che quel reperimento potesse identificarsi con un miqwè di Ortigia. Cassuto contesta la veridicità di questa attribuzione, tramite il confronto con alcuni miqwaot in Europa risalenti al XII e XIII secolo. Con l’articolo di Nicolò Bucaria si passa ai secoli XIX e X, partendo dallo sbarco dei Mille in Sicilia (che vide otto ebrei arruolati nelle truppe garibaldine) e arrivando alle leggi razziste del fascismo, all’allontanamento dalle cattedre universitarie di noti accademici e alla tragica deportazione ad Auschwitz di ebree e ebrei siciliani. Nell’immediato dopoguerra il culto e le feste ebraiche presero vita grazie a rav Ephraim E. Urbach, allora nel ruolo di cappellano militare. Urbach, che si era diplomato presso il Seminario Rabbinico di Breslavia, aveva grande familiarità con l’Italia, essendosi laureato all’Università di Roma con Umberto Cassuto. La celebrazione delle feste ebraiche che si riorganizzarono a Palermo in seguito alla sigla, nel 2003, di un Protocollo d’Intesa tra la Regione siciliana e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, viene ricordata da Luciana Pepi, che sottolinea il grande contributo arrecato in tal senso dalla comunità di Napoli e dall’Ucei. All’intensificarsi della vita culturale ebraica recarono notevole apporto l’Officina di Studi medievali e l’Istituto Siciliano di Studi ebraici, attivi a tutt’oggi con molte iniziative. Particolarmente suggestiva è la descrizione dell’accensione dei lumi di Chanukkà all’interno di Palazzo Steri. A seguire la consueta Rassegna di libri, convegni, mostre e riviste curata da Myriam Silvera
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