Ricostruzione di un'anima. Si conclude con George Eliot e Spinoza una ricerca lunga tutta una vita
Elia Boccara nasce a Tunisi da famiglia ebraica italiana di origine livornese. Recatosi in Italia per gli studi universitari, ritorna a Tunisi dai genitori portando con sé una neonata, la cui madre era drammaticamente morta di cancro poco dopo il parto. Risposatosi cinque anni dopo con un'insegnante liceale di Milano, si stabilisce anche lui definitivamente con la sua bambina nel capoluogo lombardo. Boccara visse con malessere il carattere vago dell'ebraismo professato in famiglia, problema non risolto a causa dell'intenso lavoro. Anziano e in pensione, si interrogò quindi sull'alternativa tra ebraismo e cristianesimo, avvicinandosi alla chiesa valdese, affettuosamente pilotato dal pastore Thommy Soggin. Dovette rinunciare a tale scelta: egli amava un Gesù semplicemente uomo e del tutto ebreo, diverso quindi dal Gesù del cristianesimo. Mantenne ugualmente stima e affetto nei confronti sia dei coniugi Soggin, sia della chiesa valdese per la sua lettura non dogmatica delle Scritture, per la strenua difesa delle libertà civili e per il suo legame con l'ebraismo. (L'autore allega al testo due suoi articoli su Gesù e su Paolo di Tarso). Del proprio malessere guarì soltanto quando scoprì che i suoi antenati, che vivevano in Portogallo, erano stati battezzati a forza nel 1497. Essi erano quindi vissuti in una clandestinità interiore per quasi un secolo e poi erano fuggiti a Livorno e da lì a Tunisi, diventando a tutti gli effetti dei nuovi ebrei, ormai dimentichi della passata identità religiosa. Dovranno quindi reinventarne liberamente e individualmente un'altra. Boccara prosegue nelle sue nuove riflessioni, seguendo con grande interesse il pensiero filosofico di Baruch Spinoza, il più importante artefice di questo libero pensiero, e la ricerca della scrittrice George Eliot, studiosa dei multiformi aspetti dell'ebraismo e precoce annunciatrice di un'imminente rinascita dello Stato ebraico.
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