Addio al tempo delle ciliegie

Addio al tempo delle ciliegie

Joseph Blumenthal, il protagonista di questo romanzo, figlio di ebrei polacchi emigrati a Parigi, ha una vita alquanto paradigmatica. A 17 anni la militanza, prima in Spagna con le Brigate internazionali, poi con la Resistenza. La perdita dei familiari in un campo di sterminio e la deportazione a Buchenwald. A guerra finita, l'adesione al PCF, un impegno che non verrà mai meno, pur con tutte le crisi e le disillusioni che lo accompagnano. Quindi l'invenzione di un particolare modello di macchina per maglieria che gli vale l'agiatezza. Le due mogli, la relazione con Solange, a causa della quale è costretto a subire il greve moralismo del Partito, il naufragio nell'alcol. A 75 anni, Joseph riceve in dono un portamina d'argento. L'inatteso regalo suscita in lui la voglia di scrivere e così, col vago pretesto di lasciare ai nipoti una testimonianza storica o una giustificazione delle proprie scelte di vita, inizia a tenere un diario alla cui stesura si applica con l'entusiasmo del neofita. Ma i ricordi sfuggono all'ordine cronologico che egli vorrebbe dare loro: l'infanzia si mescola con l'età adulta, il tempo di guerra con quello di pace, le figure dei genitori si confondono con quelle dei figli. C'è poi il presente, il rapporto col fratello, le ex mogli, i figli, le sensazioni legate alla vecchiaia e alla malattia, i dubbi e gli interrogativi sul proprio operato. Tutto ciò entra nella scrittura e le impedisce di essere una pura registrazione del passato, il semplice resoconto di una vita.
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