Il lucernario dell'infinito. Nascita del linguaggio cinematografico
La tesi di fondo di questo libro è che il linguaggio del cinema non è un mezzo "naturale", da sempre implicito nella tecnologia della macchina da presa e un bel giorno scoperto e portato alla luce. Questo è un falso presupposto della storiografia cinematografica classica che Burch intende smentire, dimostrando come, al contrario, il cinema abbia una storia economica e sociale, sia il prodotto di un momento storico e di un luogo ben precisi: le società occidentali capitalistiche in cui nacque alla fine del XIX secolo. L'autore prende in esame il cinema delle origini, nel quale le tecniche, come la posizione e i movimenti della macchina da presa, le luci, il montaggio, la sincronizzazione del suono, non erano ancora state perfezionate e traccia un profilo rigoroso e appassionante di questo linguaggio, mettendo in luce come l'illusione di realtà che ci dà il cinema sia ancora oggi raggiunta con gli stessi mezzi di cent'anni fa.
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